Apprendimento e neurodiversità nell’epoca digitale. Tutto più complicato?
L’apprendimento è un processo delicato composto da più fattori. Troppe volte si confonde il frutto
dell’apprendimento con l’apprendimento stesso.
L’apprendimento è un percorso che poggia le sue basi su due pilastri: gli aspetti cognitivi ed emotivi
dell’individuo, sintetizzando cervello e cuore. Se cuore e cervello li provassimo a mettere su una bilancia,
quale fattore peserebbe di più? Per rispondere a questo quesito basta che ciascuno di noi ripensi al
proprio rapporto con la scuola. Ci sarà sicuramente un professore che ci ha appassionato di più rispetto
agli altri e che con le sue capacità avrà fatto prima breccia nel nostro cuore e poi nella nostra mente.
È quindi fuori discussione che l’emotività, con tutti i suoi aspetti inconsci, faccia non solo da ago della
bilancia, ma dia un sapore, un colore, una caratterizzazione specifica a ciò che si sta “imparando” in quel
momento. Nel video accenno al funzionamento della nostra mente e di come ripescare un’informazione
sia, in effetti, riprendere anche le emozioni associate all’apprendimento di quella informazione.
In questo intervento che ho tenuto per Edufor Scuola, Ente accreditato MIUR, in occasione di una
manifestazione di solidarietà digitale, spiego alcune delle caratteristiche dell’apprendimento e
suggerisco delle tecniche da poter utilizzare per favorire l’apprendimento tenendo conto della
neurodiversità.
In questo momento di emergenza, infatti, le disparità ed i cosiddetti bisogni speciali, poi, appaiono
essere ancor più evidenti, pensiamo all’autismo, agli ipovedenti etc.. quanto questi bambini e ragazzi si
trovano coinvolti nella scuola digitale rispetto ai compagni “neurotipici”?
Per far sì che l’insegnamento non faccia della diversità una disparità, è necessario mantenere
l’attenzione sulla relazione e sull’integrazione e non sul quantitativo di ciò che si assegna o si richiede ai
ragazzi. Solo in questo modo la scuola continuerà ad essere fonte di desiderio e non di esclusione o
frustrazione. La motivazione è sempre il legame con l’altro, NON il digitale.
Per avere delle idee da applicare all’interno del contesto scuola con ragazzi con sviluppo atipico, vi
suggerisco di seguire il video.
Buona visione!
La Presidente Dott.ssa Rosaria Ferrara